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mercoledì 27 luglio 2011

Avevi ragione, Giacomo...


A volte basta chiedere.
Se me ne fossi ricordata, te l'avrei chiesto prima, Mr. Leopardi...
Nel post precedente concludevo dicendo: "Come si fa, Giacomo, a buttare via il tempo?"
Bè, m'è capitato.
Ed è stato meraviglioso.
Pomeriggio di un luglio tra i meno caldi mai visti, eppure a fine giornata il cielo si rannuvola di grigio, pronto per un temporale.
Mi dirigo al parcheggio della piscina dove mi aspetta una lezione di acquagym.
Sono in anticipo.
Non faccio a tempo ad arrivare che si aprono le cataratte del cielo.
Accendo l'autoradio, al minimo.
Il cocktail di sottofondo musicale con lo scrosciare sul parabrezza è perfetto.
Mi lascio riempire gli occhi dei rivoli d'acqua trasparente sul vetro dell'auto, delle fronde verde scuro degli alberi che oscillano, del grigio argento dell'asfalto lavato dalla frenesia del giorno.
E "gitto" via il tempo, Giacomo.
Non m'importa più se farò a tempo ad arrivare in tempo per la lezione.
Tempo, tempo...
Tempo annacquato.
E scivolando come acqua, il tempo si dilata, si diluisce, si adatta a riempire un contenitore più ampio.
Alla fine, chissà dopo quanto, mi ritrovo immersa nella piscina a guardare la pioggia oltre le pareti trasparenti.
Acqua di tempo, ovunque.

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